Nel novembre 2010 l’Unesco ha riconosciuto la Dieta Mediterranea quale “Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità”, considerandola un modello nutrizionale facente parte della cultura tradizionale dei paesi del bacino del Mediterraneo. L’Italia è stato il paese promotore dell’iniziativa che ha portato a tale riconoscimento, affiancata da Grecia, Spagna e Marocco. Nel 2013 è stato esteso anche a Cipro, Croazia e Portogallo. L’Italia che ha sempre rappresentato un punto di riferimento importante nel bacino del mediterraneo per storia, cultura, arte, arti, bellezze naturali, per secoli è stata anche la culla della Cultura dell’Alimentazione, che è andata via via perdendosi, in modo particolare nel dopoguerra, con l’avvento dei processi di industrializzazione e del “mito americano”, che l’ha contaminata, fino a sotterrarla. Ma è stato proprio uno scienziato americano, il dr. Keys, che, nel suo programma di ricerca teso a considerare la bassissima incidenza di malattie delle coronarie in Italia e a Cipro, insieme ad altri scienziati, portò a termine un indagine, pubblicata nel 1969, che ha rivalutato la Dieta Mediterranea. Quarant’anni dopo la città di Pioppi, in provincia di Salerno, è stata insignita del titolo di Capitale Mondiale della Dieta Mediterranea, durante un convegno internazionale su tale argomento. Il termine dieta, in realtà, non indica solo uno stile di vita, come dall’etimologia della parola, ma comprende la conoscenza dei principi della alimentazione per il mantenimento della salute, nel rispetto del territorio, delle biodiversità e dei popoli. E’ l’insieme di conoscenze, abilità, saperi, cultura, tradizioni di un popolo che ha conservato l’essenza dell’esperienza vissuta in quell’area geografica. Il riconoscimento dell’Unesco, dopo oltre cinquant’anni di studi e di ricerche da parte del dr. Keys e dei suoi collaboratori, dovrebbe far riflettere su come è possibile perdere la propria identità culturale grazie ai processi di contaminazione e di deculturizzazione, che sono passati attraverso i canali mediatici e che hanno minato le basi della Cultura della Vita, lasciando la gestione della Cultura dell’Alimentazione nella mani di soggetti che sono riusciti a far parlare di Dieta nei termini di dimagrimento, o di cibo gustoso e visibilmente ben preparato, facendo dimenticare che il cibo costituisce la fonte di nutrimento e accrescimento, necessari per vivere ed evolversi. Il cibo, il respiro, il movimento, l’atteggiamento di ringraziamento con cui ci si approccia al cibo, e tanti altri fattori sono alla base della Cultura dell’Alimentazione. Negli articoli precedenti della rubrica “cun grano salis” ho messo in evidenza l’importanza del Sale Integrale, dell’ Acqua, dei Cereali integrali, che insieme ai legumi autoctoni, alle verdure e alla frutta fresca e secca, naturalmente di stagione ed autoctone, all’olio exstra vergine di oliva premuto a freddo, costituiscono la base della Dieta Mediterranea. Tutti gli alimenti devono essere necessariamente prodotti da agricoltura biologica o biodinamica nel rispetto della ciclizzazione delle colture, dei popoli, dell’ambiente e di Madre Natura. Nel prossimo capitolo approfondiremo lo studio sulla natura degli alimenti per comprendere l’importanza della stagionalità e dell’ area geografica di appartenenza, sulle combinazioni alimentari, partendo da esempi concreti della nostra tradizione. Carpe diem

La Piramide è stata ideata ed elaborata dal Maestro Vito Ancona, con la collaborazione grafica di Gabriella Morisco.